Non cambia idea Vittorio Feltri e difende ancora Chiara Ferragni dopo la nota vicenda del pandoro Balocco e la “falsa beneficenza”.
Avevano fatto discutere alcune parole di Vittorio Feltri in difesa di Chiara Ferragni sul caso del pandoro Balocco. Il giornalista, adesso, ha rincarato la dose riguardo la sua posizione, confermando la visione degli eventi e, quindi, l’essere, per ora, dalla parte dell’imprenditrice digitale.
Feltri sta con la Ferragni
Nel corso del suo editoriale odierno per Il Giornale, Feltri ha risposto ad un lettore che era rimasto sorpreso dalla sua difesa verso la Ferragni per il caso pandoro Balocco. Il giornalista ha ribadito il pensiero a favore dell’imprenditrice :”[…] Oggi sono ancora più convinto che, prima di concludere che Ferragni abbia agito con dolo e malafede, occorra attendere l’esito di una eventuale indagine sfociata in un eventuale procedimento”, ha detto.
“Sta di fatto che la signora Ferragni ha dichiarato di considerare ingiusta la decisione subita e di essere intenzionata a fare ricorso. Quindi non leggerei le sue parole come ammissione di colpevolezza, mea culpa e interpretazioni simili che ne sono state date trascurando il fatto che ella abbia specificato che impugnerà la decisione dell’Antitrust”.
La spiegazione del giornalista è questa: “A mio avviso, è l’azienda produttrice che immette la merce sul mercato e che incassa il capitale a dovere provvedere alla promessa beneficenza sugli incassi e non il personaggio che di volta in volta può fungere da testimonial alla iniziativa. Ferragni aveva un suo cachet, così anche per le uova di Pasqua. Per quanto quel compenso ci possa apparire elevato, esso fa parte di una contrattazione privata tra Ferragni e l’azienda ed è assolutamente lecito. Ferragni non si impegnava in quello spot a devolvere parte del suo compenso in beneficenza, bensì era parte del ricavato dalla vendita del prodotto (ricavato incassato dall’azienda produttrice) a dovere essere devoluto. Quindi perché stiamo massacrando questa donna?”.
Il vero scandalo
Il vero affondo di Feltri arriva, poi, nella seconda parte dell’editoriale: “[…] Avrei trovato semmai più opportuno e più corretto che i giornalisti, anziché scandalizzarsi per il milione di euro ricevuto da Ferragni per le vendite e pubblicato come fosse chissà quale scoop, si fossero dedicati a ben altra indagine, quella volta a capire quanto ha guadagnato l’azienda produttrice, la stessa che ha ingaggiato Ferragni come testimonial per un milione di euro, dalla vendita delle uova”.
E ancora: “Insomma, se proprio vi volete scandalizzare, scandalizzatevi nei confronti di una azienda che incassa milioni e milioni e milioni vendendo un prodotto di cui sottolinea persino sulla confezione che parte del ricavato andrà ai bisognosi e non per il testimonial che viene pagato dalla stessa azienda per incrementare le vendite di quel medesimo prodotto di cui parte del ricavato si sottolinea che sarà donato ai bambini”.